Lo volete far scendere sto disgraziato pupazzo da quel diabolico mezzo di distruzione di un popolo?
La scena è stata diffusa in modo virale grazie alle invettive di un padre che non faceva altro che rilevare la cosa più ovvia del mondo. Che un carro armato non è un giocattolo. Che non si difende un genocidio in atto.
Mese: Dicembre 2023
Si può essere modernissimi e filologici a un tempo. Soprattutto se si affronta un classico. Un esempio arriva dal recente allestimento di Riccardo III diretto da Luca Ariano presso il City Lab 971 di Roma, uno spazio già di per sé generato da un pensiero moderno mirato alla riqualificazione di un edificio industriale abbandonato da anni, l’ex Cartiera di via Salaria, ora polo multiculturale aperto al pubblico.
Lì è nato questo spettacolo, da un progetto di Ariano e Pietro Faiella (nel ruolo di Riccardo), prodotto da Officina Teatrale di Massimo Venturiello, altro centro virtuoso di creazione e produzione che gestisce gli spazi di Officina Pasolini.
Poche righe su un film immenso, perlopiù destinate a chi lo ha già visto. The old oak di Ken Loach, in questi giorni nelle sale, è quel film immenso. Dove confluisce ad un tempo empietà e pietas o, meglio, dove l’empietà si sublima in pietas. Pare impossibile invece. Invece accanto alla fotografia di un’umanità cattiva e incattivita, resa con il suo solito occhio leale: leale, non cinico, un occhio capace di guardare le derive dell’animo umano così come sono, dure, crude, spigolose, ripugnanti, Loach ci fa vedere che la pietas è ancora possibile. Anche laddove non te l’aspetti, anche laddove avresti voluto, tu spettatore, punire i colpevoli, vederli irrisi almeno alla fine, in cerca di una catarsi che invece il regista non ti concede.
Il fatto che i due spettacoli con Lino Musella, unica voce in scena, siano stati rappresentati a ruota, tre giorni uno e tre giorni l’altro, offre bene l’occasione di riconoscere la versatilità di questo attore, defilato dal mainstream ma molto seguito e molto amato da un pubblico sempre più fidelizzato. Musella è un creativo che inventa e reinventa anche se stesso, oltre l’interprete al servizio di un ruolo.