Solo corpi femminili: è questo l'esperimento. Si tratta di una chiamata. Risponde chi se la sente. Non è per tutti. E' per chi ha voglia di incontrarci. Non ci mostriamo come animali di uno zoo. Accogliamo chi è interessata a rispecchiarsi. Ci sono parole. Tante. Che coprono, che proteggono i corpi. E poi ci sono i corpi.
(Silvia Gallerano e le Altre)“Le donne preferiscono non capire niente piuttosto che capire che hanno torto”. Si tratta di un aforisma. Un aforisma pescato in un libro titolato Donne e amore. Un libro che forse nemmeno esiste davvero ma serve alle nostre per introdurci nel clima della performance.
Le nostre sono otto attrici danzatrici performer denudatesi nel corpo e nell’anima. Nel corpo imperfetto e nell’anima che se la gode.
Perché Svelarsi, lo spettacolo in scena all’Auditorium Parco della Musica, Teatro Studio Gianni Borgna, fino al 17 gennaio, non è espressione di un femminismo isterico, rivendicativo, incattivito, ma una divertita riflessione collettiva su come la donna o “chi si sente tale” percepisca sé stessa in un contesto di percezione alterata.
Percezione che parte dal corpo ma coinvolge la mente, il carattere, le azioni e tutta una serie di modi di porsi che ormai sono automatismi per molte di noi.
Così il corpo, esposto senza veli in una danza frenetica, diventa abbrivio e metafora per raccontare le ambasce, i pudori, le remore che ci accompagnano nelle nostre quotidiane esistenze, più o meno fortunate, più o meno trascinate, più o meno riconosciute. Ma tutte sottoposte al vaglio collettivo, tutte ben intese a liberarsene. Perché, dopotutto, chissenefrega se ho la cellulite, il collo taurino, le caviglie d’elefante su un piede trentasei. Già, chissenefrega.
Ma allora perché se ho scritto un libro lo chiamo libello, perché se ho firmato una regia la chiamo coordinazione di lavoro collettivo, perché se ci sono io al centro della scena dico che no, io sono altrove, al centro c’è soltanto il mio lavoro, anzi il nostro lavoro perché io senza noi non sono nessuno? Nessuno. Già, perché io non sono nessuno? Perché, se per caso riesco a sfangarla e a conquistarmi un metro cubo di aria ossigenata ringrazio la Madonna e la sorte e “tutti quelli che hanno creduto in me” ma che bel coraggio che avete avuto? Già, perché?
Vivaddio c’è un bel po’ di ironia nel raccontare le derive ridicole nelle quali ci andiamo spesso a cacciare, ma la domanda, sostanzialmente, è questa, e risuona, anzi rimbomba, nelle teste del pubblico femminile molto complice e molto plaudente, direi grato della comprensione, consolato di non essere solo, nella mischia informe senza nome né volto, ma simile persino a chi fa spettacolo.
Che sa muoversi bene, non solo sulla scena ma fuori di essa, in mezzo alle file di donne invitate a partecipare, dichiarando davanti a tutte i propri sensi di colpa.
Il senso di colpa: quella endemica connotazione di genere che non ci abbandona e ci perseguita tutte le volte che cerchiamo di liberarcene. Ingombro persistente sulla coscienza che grava con il peso di un feto al decimo mese che di alleggerirci non ne vuole sapere.
Anche per questo mi sento di lanciare alle attrici e a Silvia Gallerano, ideatrice e regista di questo esperimento, una proposta scorretta: estendere la visone a un pubblico maschile, qui espressamente interdetto, ma bendato, con quote. Quote blu, versione Svelarsi 2.0, soltanto per chi è disposto ad ascoltare: in silenzio, bendato, legato alla sedia. Si fa per scherzare, ma nemmeno poi tanto. Poi, se resiste, magari una danza, alla fine, gliela si potrebbe pure concedere.
Visto all’Auditorium Parco della Musica l’11 gennaio 2024/Repliche domenica 14 ore 18, lunedì 15 e mercoledì 17 ore 21
Tournée: Roma, Centrale Preneste, 30 gennaio-3 febbraio/Milano, Teatro Carcano, 8-11 febbraio/Torino, Teatro Astra, 13 febbraio/Parma, Teatro al Parco, 8 marzo
Drammaturgia e regia: Silvia Gallerano/Di e con: Giulia Aleandri, Elvira Berarducci, Smeralda Capizzi, Benedetta Cassio, Livia De Luca, Chantal Gori, Giulia Pietrozzini, Silvia Gallerano/Contributo di Serena Dibiase e voce di Greta Marzano./Allestimento luci: Camila Chiozza./Consulenza costumi: Emanuela Dall’Aglio./Produzione: Teatro di Dioniso./In collaborazione con PAV nell’ambito di Fabulamundi Playwriting Europe e Frida Kahlo Production./Con il contributo del MiC – Ministero della Cultura, Regione Lazio e Roma Capitale./In collaborazione con SIAE
di Alessandra Bernocco