Noi siamo quello che faccia-mo.

Con questo progetto ad immagini, con i ritratti attenti delle persone che ci camminano affianco, e che ci raccontano con uno sguardo la loro vita felice, o infelice, Giordano Affolti ha voluto restituire a queste persone la loro scelta, il loro percorso, quella indelebile strada già fatta, e che, per cause più grandi di noi, a un certo punto ci è stata interrotta, e in qualche modo resa vuota.

Giordano Affolti

Noi siamo quello che facciamo. Nella nostra faccia chi siamo, la nostra passione, il nostro lavoro, le letture e la musica che ci piacciono, le nostre emozioni, la difficoltà, ma anche la volontà, di continuare, o di cambiare. E così è emerso un tatuaggio. Tra le luci e le ombre del nostro riflesso, un desiderio.

Sono stati due anni difficili, ognuno di noi ha perso la cognizione del tempo, le relazioni, l’aderenza alla vita di prima. Ci siamo persi. Persi nelle giornate inutili, nell’unico spazio concesso all’immaginazione il divano, persi nei meandri delle nostre stanze, nello smart working (il lavoro da remoto!) senza alcuna possibilità di evadere. Spesso ci siamo persi nel nostro stesso frigorifero per disperazione. Il nostro volto ha cominciato a raccontare lo spasmo, la costrizione, il distanziamento, la malinconia, la bulimia, la narcolessia. Occhiaie e pallore hanno caratterizzato il nostro specchio. Ma adesso è il tempo di riprendercelo il nostro volto, e non solo nella noia di un selfie, convincerlo invece a inseguire la sua esistenza. Ringiovanirlo senza postproduzione. Rimetterci in faccia la nostra personalità dunque, il nostro aspetto, la sembianza, la fisionomia.

In ogni foto l’interno di un volto cercato, la sua intimità, la sua forza, la sua unicità, la sua forma e la sua evanescenza. E su quel volto anche una texture, quei minutissimi segni della propria realtà interiore trascorsa, interiorizzata e adesso finalmente espressa come fosse quel nostro manifesto immanente di sempre.

Amo leggere, e così sulla mia faccia appaiono i versi del mio scrittore preferito. Ho impegnato la vita in un laboratorio biomolecolare, e allora sul mio volto emergeranno magicamente nuclei o microscopi. Suono il violino per strada, per la gente che è ritornata a camminare verso il suo giorno, è il momento che quelle corde e quelle note suonino illustrate sulla mia fronte, o sopra le mie guance.

Chi vi conosce, o sa di conoscervi, conosce veramente cosa vi portate dentro da sempre?! Quale è lo scopo più invincibile custodito nel vostro cuore?! E se apparisse esplicitamente sotto i loro occhi?! Una penna e il suo inchiostro perché scrivete, tra un lavoro precario e un altro, l’obiettivo di una macchina fotografica, perché per voi fare delle foto è il senso di quanto vada fermato in movimento della società? Il caffè che servite fin dall’alba alle anime solitarie di questa terra? Scrutare e svelare, scoprire o riscoprire, riconoscere e riconoscersi. I volti di una città, di una cultura, di una dimensione terrena e ultraterrena.

Molti hanno dovuto rinunciare a essere ciò che erano, molti hanno perso quel lavoro per il quale avevano studiato tutta una vita, molti non hanno potuto fare più teatro, o hanno dovuto rinunciare al loro sport preferito, smettere di ballare. Ai bambini è stato impedito di giocare. È tempo di riprenderci il nostro tempo, toglierci da quello sospeso e agire, ricominciare, e anche smettere di rinunciare.

Noi “Siamo ciò che facciamo”. Fuori dalle nostre case, in mezzo agli altri, ancora spaventati, ma più coraggiosi, impegnati a riaverci di quel futuro che a mano a mano già stavamo imprimendo nei nostri occhi, prima che i nostri occhi fossero occupati dalla paura, di esserci, o di non esserci più.

La sperimentazione e l’esperienza, per il fotografo e per chi presta la propria faccia, è l’occasione per ripensare le nostre interazioni, finalmente e nuovamente possibili, e questa occasione ci viene offerta per (ri)cominciare a Milano, sperando possa poi proseguire in altre città, la Feltrinelli è il luogo ideale, il Fuorisalone: la realtà culturale in cui tentare.

Backstage

Noi di Multiversi saremo presenti e supporteremo l’iniziativa. Ci piace da sempre aprire altri mondi. Fuori e dentro di noi. Oltre ogni buco nero.

Vi aspettiamo sabato 10 giugno alla RED di Feltrinelli a Milano con un ritratto per la lettura, in P.zza Gae Aulenti, 1. Dalle ore 18.00

Photographer: Giordano Affolti
Vinyl DJ: Marvin-O
Sound Designer: EMX feat PDJ
Curator: Giancarlo Iorio
Art Direction: Emanuele Paonessa

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Chiara Merlo