Colui che danza cammina sull’acqua e dentro una fiamma
(Garcia Lorca)
Oh ragazzo cosa ci lascerai questa volta. Non ci sarà mai occasione migliore per cambiare idea. E se vuoi che questo mondo veda un giorno migliore. Porterai con te le parole d'amore?
(Cat Stevens)
Far sembrare facile il quasi impossibile. Per la danza bisognerebbe lanciare l’hastag #quasiimpossibile.
Per la danza di David Parsons il quasi impossibile si è addirittura canonizzato in una coreografia cult datata 1982 che Parsons creò per sé stesso, precedente la fondazione della compagnia e che fa venire la tentazione di togliere il quasi. Si tratta di Caught, un assolo che unisce arte e tecnologia sulle musiche di Robert Fripp in cui il danzatore appare sospeso in aria, fissato come in un fermo immagine che riproduce figure classiche di repertorio o nuove posizioni: per una frazione di secondo, forse meno, ma tu ti sorprendi a pensare che forse potresti anche scattare una foto. Tecnica ferrea unita al gioco di luci stroboscopiche di Howell Binkley, che creano l’illusione che la danza possa davvero contrastare la forza di gravità. Certo è che quel grand jeté (la spaccata in aria, per intenderci) a 200 gradi sembra un poster appeso sul fondale del palcoscenico, una pennellata di luce che si staglia sul nero. Sono i capelli biondissimi di Zoey Anderson, vestita di bianco, che dà vita all’inedita versione al femminile.
Questo fiore all’occhiello affidato a una danzatrice è stato riproposto all’interno di Parsons Dance, evento clou della stagione dell’Accademia Filarmonica Romana, al Teatro Olimpico di Roma dall’8 al 13 novembre, che ha segnato il ritorno della compagnia nella capitale dopo un po’ di anni di assenza. Ritorno ancor più gradito dopo la parentesi buia che ancora non si è chiusa in cui rischiamo di ritrovarci tacitati e contenti da qualunque bagliore diverso dal buio. Allora ben vengano danzatori e danzatrici più che perfetti che fanno il quasi impossibile. E di già che ci siamo lanciamo pure l’hastag #piucheperfetti, con buona pace dei tempi latini. Ben venga questa carica di energia e ottimismo che ti fa uscire da teatro con l’umore alle stelle. E pazienza se dura il tempo di un intervallo.
E se Caught rappresenta la storia, se la storia è stata ‘revisionata’ cedendo il testimone a una danzatrice, per la stessa danzatrice è stata creata la novità: Balance of Power è il nuovo assolo in cui coreografia e percussioni di Giancarlo De Trizio, in crescendo, formano una sorta di ‘passo a due’ che da lento, accennato, dalle figure quasi geometriche si fa roboante e frenetico. Un invito a “tenere d’occhio il nostro equilibrio nel mondo”, spiega Parson attraverso le note del programma di sala, ma che non può certo significare indugiare nel mezzo. Casomai spostarsi, percorrere un tratto di strada, da qualche parte nel mondo, come si narra in The Road, al suo debutto in Italia: datato 2021, è la storia di un viaggio collettivo reso da un flusso ininterrotto e morbidissimo di corpi colorati che ondeggiano da una parte all’altra del palcoscenico, compenetrandosi, plasmandosi, informando di sé i compagni e lo spazio. È il pezzo con cui si apre lo spettacolo, forse il più sensoriale, proprio nel senso che è un trionfo dei sensi, anche grazie alle canzoni di Yusuf Islam quando ancora si chiamava Cat Stevens, sulle quali è stato concepito. Per chi si attesta sul mezzo secolo e oltre, un tuffo all’indietro in un’epoca in cui tutto sembrava possibile, un cuscino profumato su cui riposare e fare bei pensieri (e belli, i pensieri), peace &love.
Completano lo spettacolo Shining Star, creato per Alvin Ailey American Dance Theatre nel 2004; Finding Center, altra coreografia su interprete creata per Elena D’Amario, per nove anni danzatrice della Parsons e rientrata per l’occasione e The Envelope su musiche di Gioacchino Rossini, che rappresenta quello che nella prosa si direbbe commedia ‘di situazione’, in cui la protagonista è una lettera ripetutamente inviata al mittente che non la vuole ricevere. Una vera e propria drammaturgia del gesto piena di ironia.
Uno spettacolo di David Parsons
Produzione Art Works Production
Ballerini: Zoey Anderson, Christian Paris Blue, Croix Dilenno, Nick Fearon, Megan Leigh Garcia, Rachel Harris, Erin Hollamon, Téa Péres, Luke Romanzi.
Con la partecipazione straordinaria di Elena D’Amario
Spettacolo in collaborazione con Accademia Filarmonica Romana
25 – 26 – 27 novembre Milano, Teatro Arcimboldi
29 novembre Genova, Politeama Genovese
30 novembre Torino, Teatro Colosseo
2 dicembre Como, Teatro Sociale
3 dicembre Vicenza, Teatro Comunale
4 dicembre Padova, Gran Teatro Geox
5 dicembre Trieste, Politeama Rossetti
6 dicembre Cremona, Teatro Ponchielli
7 dicembre Bologna, EuropAuditorium
9 dicembre Ferrara, Teatro Comunale
10 dicembre Bergamo, Creberg Teatro
13 dicembre Assisi, Teatro Lyrick
15 dicembre Legnago, Teatro Salieri
16 – 17 – 18 dicembre Mestre, Teatro Toniolo
di Alessandra Bernocco