Lo spettacolo di Demian Aprea ha questa intenzione bella di recupero dell’immaginativo, e anche il testo è ben strutturato in questa direzione. L’interpretazione dimostra tutto l’amore verso Dalì e così il disgusto per la mediocrità. Un lavoro di sentimento e di gratitudine, evidentemente per il proprio percorso artistico rivolto, che è stato apprezzato proprio per questa sua evidente causa-azione.
Autore: Chiara Merlo
E siamo ormai a questo punto, ben dentro nella terza guerra mondiale! Sia o non sia termonucleare. Il nucleare è solo un supporto, è il pensiero del conflitto che è purtroppo avanzato (in risposta a quelli che dicono: “ci sono altre guerre, ci sono sempre state, soltanto adesso ve ne siete accorti?”), si è spostato al centro, è finalmente frontale, aperto, chiaro e netto, con i bersagli non più laterali e solo di avvertimento (nonostante il tragico e l’indifferente), ma nel cuore delle culture dominanti, a ristabilirne i confini ideologici (davvero pensavate che le ideologie fossero crollate?), anche se gli Europei in particolare non vogliono proprio accettarlo. Non vogliono vedere. Che struzzi! E invece si tratta proprio di loro, che lo accettino!
Il film è un film francese, ha vinto a Venezia nel 2021. La regia è davvero unica, vissuta dal corpo, la telecamera scruta ed esplora il corpo per ogni stato d’animo drammatico. É certamente un film psicologico, ma non relazionale come i “soliti” film francesi. É un film individualista femminista, con un’attrice protagonista magnifica bellissima nel ruolo.
I Tarocchi in una veste nuova, non più a carattere strettamente “divinatorio”, ma strumento di consapevolezza interiore e crescita personale.
frammento 004
"Diego si era fatto togliere la camicia delicatamente e la osservava. E Laura con la punta delle dita, alzando ogni tanto lo sguardo per incroci pericolosi, usava la mano destra, con quell'altra indecisa e svogliata sulla cima della sua spalla, per camminargli sul petto coi polpastrelli sui peli. Come sono belle le spalle degli uomini, pensava. Dal collo bruno e ispido, dove intanto scivolavano i capelli morbidi e insidiosi, scendeva dolcemente fino a raggiungere con la durezza delle unghie, silenziose eppure già così invadenti, il cuore nascosto di quel torace perfetto. Un uomo insicuro! E quella insicurezza inebriava il respiro, e avrebbe presto impaziente attentato alla sua bocca. Conosceva il gusto di quella tentazione, e perciò la rimandava, la rallentava, perché durasse. Gli occhi così si dilatarono di entrambi, in quel buio grigio e azzurro di quella stanza d'albergo appena fermata nel tempo. Fuori il rumore di una città non appena scomposta per disattenzione. Così separati arrivavano i rumori delle auto e i battibecchi dei passanti, le lingue straniere e gli schiamazzi. La finestra semichiusa serviva proprio a questo, a fare entrare quelle risate prima vicine e poi lontane, e insieme quel fresco delle sere primaverili con le luci dei lampioni che si sforzano giallastri a trapassare i rampicanti festosi e profumati che col loro verde brillante entrano come ombre giunti fin lì. Non sopportò a lungo di restare fermo e insicuro, così, senza rifare il cammino gentile delle dita verso il cuore, strinse con entrambe le mani, e con tutte le unghie maschili affondate nella carne, le spalle di lei. Poi si ficco con tutta la bocca dentro a quella notte di stelle".
frammento 351
“Lui aveva chiuso gli occhi, e lei lo baciava accuratamente. In bocca, sulla barba. Gli mordeva il mento. Lei col suo corpo dolce e lento su di lui. E lui, insistente, con gli occhi chiusi. Lentamente, sempre più lentamente, lei lo penetrava con quei suoi occhi aperti. Su di lui. Il seno teso, e il ventre sul suo ventre. Piano, sempre più piano, che anche il respiro sempre meno si sentiva, o forse si sentiva quando proprio mancava. E mentre lei sollevava la testa e finalmente chiudeva gli occhi, lui d’incanto li aprì che sembrò morto. Fermi. Sempre più fermi. A un tratto lei si adagiò soddisfatta sul suo petto, ma lui, come se le dita fossero fili, le accarezzava ancora con dolcezza la schiena, e poi, come fossero impiastricciate di un qualche miele, le infilava appiccicandosi completamente nei suoi capelli. Sembrava tutto accaduto in un bosco, eppure lui con gli occhi di lato ora guardava il mare, calmo”
Dancing Partners è un progetto in rete avviato nel 2013 per la promozione della danza contemporanea da parte di un team di artisti consolidati di diverse nazionalità. Concepita come iniziativa itinerante, fa tappa in ognuno dei Paesi coinvolti (Spagna, Svezia, Inghilterra e Italia). Visto al Teatro Vascello di Roma.
La XXVII edizione del MedFilm Festival (il Festival della Capitale dedicato alle cinematografie del Mediterraneo) ospita al suo interno alcuni film speciali nella Sezione: “Voci dal Carcere”.
I cinque atti unici, scritti da Anton Giulio Calenda con la regia di Alessandro Murro, verranno messi in scena al TeatroBasilica per una settimana al mese durante la stagione teatrale. Così dopo i primi allestimenti di settembre ottobre e novembre, le prossime repliche saranno: 16 – 19 dicembre.
Questo lungometraggio è la terza parte di una trilogia, composta dallo sceneggiatore e regista Jonas Carpignano, che da dieci anni vive a Gioia Tauro.