E siamo ormai a questo punto, ben dentro nella terza guerra mondiale! Sia o non sia termonucleare. Il nucleare è solo un supporto, è il pensiero del conflitto che è purtroppo avanzato (in risposta a quelli che dicono: “ci sono altre guerre, ci sono sempre state, soltanto adesso ve ne siete accorti?”), si è spostato al centro, è finalmente frontale, aperto, chiaro e netto, con i bersagli non più laterali e solo di avvertimento (nonostante il tragico e l’indifferente), ma nel cuore delle culture dominanti, a ristabilirne i confini ideologici (davvero pensavate che le ideologie fossero crollate?), anche se gli Europei in particolare non vogliono proprio accettarlo. Non vogliono vedere. Che struzzi! E invece si tratta proprio di loro, che lo accettino!
Categoria: CULTURA
Cultura
Un deposito sterrato, pareti scrostate, umidità, muffa, sedie rotte accatastate, una finestra da cui filtra una luce grigia, compatta, tre sedie in centro che proiettano la loro ombra sul muro, un paio di scarpe dimenticate in mezzo al cumulo di rottame.
Il film è un film francese, ha vinto a Venezia nel 2021. La regia è davvero unica, vissuta dal corpo, la telecamera scruta ed esplora il corpo per ogni stato d’animo drammatico. É certamente un film psicologico, ma non relazionale come i “soliti” film francesi. É un film individualista femminista, con un’attrice protagonista magnifica bellissima nel ruolo.
RACCONTI di Nicolai Johnny Weissmuller agitava il ciuffo in bianco e nero, mentre si batteva contro il leone […]
Brevi interviste con uomini schifosi è una raccolta di 23 racconti scritti nel 1999 e se li leggi ti sale proprio il rigurgito acido.
“E di nuovo mi solletica questo “bisogno” che condizionerebbe il rapporto. Come se un buon cibo, ben cucinato e presentato non facesse più parte del benessere del palato e della mente in quanto desiderio e contestualmente bisogno.”
Guarda quel che hai più caro, immagina che sia in fondo alla via che prendi e non su […]
L’isola del tesoro e i viaggi e le avventure di Louis Stevenson si sono fusi con la vita di un attore in tempi di pandemia, che sognava di uscire di casa, salire su un aereo e finalmente fuggire per raggiungere la sua amata isola del tesoro.
Un isoletta greca dove Giuseppe Cederna e la sua compagna sono di casa, o meglio, di terra.
Al sentir parlare di corde e di bondage lei incalza sbigottita: “Voi siete matti, pervertiti, addirittura malati…” In pochi attimi tutto sembra stralciato, smembrato, rovinato. Si crea un imbarazzo palpabile.
Ma l’altra sera al teatro Vascello mi è sembrato di assistere a un vero miracolo di rinascita e di rivincita. Mica perché lo spettacolo si intitoli Miracoli metropolitani, guarda caso. Ma perché il teatro era pieno di gente contenta come non l’avevo ancora vista da che abbiamo provato a ripartire.