Siamo abituati a contare i migranti in masse incontenibili. Quelli che non muoiono affogati in mare e che affollano le nostre “belle” città, senza lavoro, senza casa, senza appartenenza, vengono visivamente e concettualmente ammassati al degrado urbano, e così si accumulano nei nostri occhi con quelle loro borse contraffatte e colorate sui marciapiedi sempre più zozzi di questa Italia che non risolve nessun problema, tanto meno di ordine spazio e sicurezza. E invece i numeri dei bambini nascosti dentro a quelle borse, fatte con mani cinesi scorticate dal freddo, ci sfuggono alla vista, né ci ingombrano i pensieri come quei “delinquenti” che arrivano (e sono islamici!). Per noi “civili”, allarmanti dal furto spicciolo e dalle religioni violente, i bambini non contano. Perciò neanche di quelli morti sappiamo o immaginiamo. Che occhi avevano? Che occhi abbiamo!
Categoria: RELAZIONI
consigliati da noi Self-ie: testimoniare la proprio presenza Quando ci troviamo di fronte a una parola e ne vogliamo conoscere il significato, o i suoi significati, prima di analizzarne le interpreta…
Chiunque abbia fatto parte di una redazione, anche solo per supportare i pochi eletti ammessi a scrivere in un giornale, quelli con un contratto di giornalismo vero e proprio (sempre di meno!), si sarà reso conto di quanto poco conti il libero pensiero, la propria competente valutazione, la semplice osservazione attenta della realtà nella comunicazione veloce.
2008: APOCALISSE NEL WEB
Vi capita mai di sentirvi sciocchi? Di regredire a uno stadio di reazione agli stimoli secondo logiche meccaniche e involutive? La colpa potrebbe essere di Google