Non esiste potenza cattiva ma cattivi poteri, la cattiveria nell’impedire a qualcuno di fare quel che puó, di […]
Categoria: SOCIETA’
Siamo abituati a contare i migranti in masse incontenibili. Quelli che non muoiono affogati in mare e che affollano le nostre “belle” città, senza lavoro, senza casa, senza appartenenza, vengono visivamente e concettualmente ammassati al degrado urbano, e così si accumulano nei nostri occhi con quelle loro borse contraffatte e colorate sui marciapiedi sempre più zozzi di questa Italia che non risolve nessun problema, tanto meno di ordine spazio e sicurezza. E invece i numeri dei bambini nascosti dentro a quelle borse, fatte con mani cinesi scorticate dal freddo, ci sfuggono alla vista, né ci ingombrano i pensieri come quei “delinquenti” che arrivano (e sono islamici!). Per noi “civili”, allarmanti dal furto spicciolo e dalle religioni violente, i bambini non contano. Perciò neanche di quelli morti sappiamo o immaginiamo. Che occhi avevano? Che occhi abbiamo!
Giustino Fortunato con la sua famosa frase ”lo sfasciume pendulo sul mare”, riferendosi alla Calabria, probabilmente ha vissuto per il resto dei suoi anni ignaro del fatto di sbagliare alla grande, poiché lo sfasciume pendulo, e la storia recente ce lo insegna, è tutto lo stivale dalle Alpi alla Sicilia.
Chiunque abbia fatto parte di una redazione, anche solo per supportare i pochi eletti ammessi a scrivere in un giornale, quelli con un contratto di giornalismo vero e proprio (sempre di meno!), si sarà reso conto di quanto poco conti il libero pensiero, la propria competente valutazione, la semplice osservazione attenta della realtà nella comunicazione veloce.
Se la criminalità è in rapporto alla società con la sua cultura (l’opinione pubblica e la legislazione, mutevoli), […]
Massima urgenza: nel fuoco bruciano i nostri ricordi d’autore.
“Fahrenheit 451” di Ray Bradbury, con la regia di Luca Ronconi
Nel grande libro del comunismo, lotta e rivoluzione sono le parole scomode di un’ideologia scaduta.
2008: APOCALISSE NEL WEB
Vi capita mai di sentirvi sciocchi? Di regredire a uno stadio di reazione agli stimoli secondo logiche meccaniche e involutive? La colpa potrebbe essere di Google