Già soltanto il titolo. Femminaccie impudentissime. Chi può non sentirsi attratto da un simile titolo su una copertina che riproduce la caricatura di una femmina agghindata fine ottocento che impugna una pistola? Bel contrappasso nei confronti di colui che senza ombra di ironia apostrofò così le infermiere volontarie che prestavano soccorso ai soldati feriti durante i due eroici anni della Repubblica Romana.
Colui è Giuseppe Boero, gesuita, bontà sua, e il libro in questione è il risultato di una meticolosa e certosina ricerca condotta da Cinzia Dal Maso, giornalista e scrittrice, membro del Comitato Scientifico dell’Istituto Internazionale di Studi Giuseppe Garibaldi.
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Il mondo non è stato creato una volta, ma tutte le volte che è sopravvenuto un artista originale.
(Marcel Proust)
La scienza descrive le cose così come sono; l’Arte come sono sentite, come si sente che debbano essere.
(Fernando Pessoa)
Eppure, se solo sapessimo veramente che le cose brutte della nostra vita le racconta il teatro, e che ci difende nel raccontarle! Il teatro è onesto intellettualmente sennò muore, parla alla comunità per far comprendere, parla “a noi tutti” come dice Eduardo per i nostri figli. E solo se si prova il dolore degli altri si comprende veramente il proprio. Il teatro permette questo: ri-presentare (rappresentare) a se stessi il dolore per la vita, com’è.
Quando Rosetta iniziò a esercitare l’arte della pittura, San Giovanni in Fiore era solo il luogo in cui era nata e di cui non ne avvertiva nessun senso di appartenenza, una casualità come ne succedono tante nella vita. Rosetta, a Milano, diventa allieva di suo zio, Piero Guardigli Bagli, tra gli interpreti della pittura riminese nei primi del ‘900, artista di genio che esercitava la professione di scultore presso l’accademia di Brera.
Quando le arti si parlano, a costruire reti di armonia e di dialogo, è sempre il caso di soffermarsi […]
Mio dolce amore fuggi pure, ma ti prego rallenta la tua corsa ed io ti prometto di rallentare […]
Amaro è ‘o beneAmare songo ′e vase ca me daieNun tene cieloSt′ammore nuosto nun tene dimaneAmaro è ‘o […]
“Sono tempi dal cielo chiuso. Senza nessun indizio di certezza. Sono di nuovo tempi dove la tristezza è […]
Sono un paese di periferiaFammi una sorpresa e mostra la bellezzaIo stancherò la mia festaSono l’acqua fitta che […]